Recensione di ENZO DI VERA “Il valore nelle orme del cuore” di Maria Lampa edizioni Marcelli/Ancona “Il valore nelle orme del cuore” è fatto a libro, ma non è solo un libro. Ha le pagine di un libro, ma non le si leggono soltanto. E’ stampato su carta, ma sembra inciso. Ci sono parole scritte, ma dicono più del loro significato. L’opera è quanto più simile ad un album di fotografie, ma non di persone o di paesaggi o di oggetti. Sarebbe scontato e banale, ma piuttosto le fotografie, le sfaccettature di un’anima che si mette a nudo: un’anima piena, uno spirito elevato, l’anima di una persona speciale. Il lettore si trova “costretto” dall’Autrice a diventare co-protagonista assieme a lei perché è come se ogni sequenza e immagine proposta ti mettesse di fronte ad uno specchio. Maria Lampa ti costringe a vedere le cose con i suoi occhi dalla tua posizione; ti fa palpare le sue emozioni ma non con le tue mani; usa il suo linguaggio che anche le tue orecchie conoscono; gusti con la sua bocca il sapore della tua vita; annusi la sua aria con il tuo naso e cogli l’odore di quest’anima (la tua). E con i sensi così attivati non puoi fare a meno di andare dove il suo movimento ti porta. E diventi lei! Maria, o meglio Mariolina come la conosciamo in tanti, ci racconta la sua storia e della sua lotta per vivere consapevolmente, delle sue risorse e dei suoi metodi, delle sue paure e delle sue conquiste, delle sue rabbie e del suo corpo (che come lei sottolinea più volte, prima fonte di dolore e diversità non accettata, poi diventato strumento di conoscenza e veicolo di quel “diversamente abile” che ne fa di lei un esemplare unico ed irripetibile), delle sue contraddizioni e dei suoi limiti, della sua passione per la vita e dei suoi valori. Ce la racconta con un fiume di metafore isomorfe (cioè presentano con chiarezza e precisione una struttura simile alle situazioni della vita reale) che ne facilitano la comprensione bypassando logica e razionalità che a volte ci impediscono di andare oltre, che vanno dritte al cuore: il grattacielo per descrivere l’età come elemento di evoluzione e di visuali ampie; la montagna come simbolo di maturazione e crescita; il vento come “fattorino” dei propri pensieri; il caleidoscopio quale rappresentazione del sistema vita; e ancora le antenne, la calamita, il ventaglio, il geologo, lo zoom e molte altre. L’eccezionale è che si percepisce la congruenza tra il dire e il fare, lo si avverte quando parla della sua salute, della sua capacità di relazionarsi, del suo lavoro, del suo handicap (vissuto come un dono e non come una condanna), del suo volontariato e quando con assoluta tenerezza ci parla del suo amore nell’accudire i propri genitori infermi. In questa cultura dove il dolore viene continuamente allontanato, esorcizzato, bandito, lei lo usa come fonte di apprendimento per capirne il messaggio trasformandolo in opportunità. Dimostra continuamente, con il suo impegno a trasferire ad altri la sua esperienza, che l’unico modo per crescere e superare i problemi è non stare con le “braccia appese” ma agire in base al potere della scelta distinguendo il “non posso farlo” come deresponsabilità, da “posso non farlo” come scelta coerente ai propri valori. Maria è anche consapevole dei suoi “lati ombra”, delle sue rigidità, delle sue parti meno proficue come ad esempio la testardaggine, l’eccesso di zelo, l’essere a volte petulante e ce ne parla apertamente. Ma è proprio per questo che l’adoriamo, perché vera ed umana e viene dal pianeta terra che tutti abitiamo e lei contribuisce a renderlo migliore: per questo è un essere ancor più speciale. ENZO DI VERA (Psicologo, Consulente risorse umane, Formatore)
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